Giovinezza Obbligatoria

Uno spettacolo di Tedaca / Teatro delle Temperie / Arti e Spettacolo

GIOVINEZZA OBBLIGATORIA

Di Andrea Lupo
Regia Simone Schinocca
Con Andrea Lupo, Tiziana Irti
Scene e costumi Giancarlo Gentilucci
Musiche D.A.D.D
Disegno luci Daniela Vespa
Tecnici Marco De Rossi e Florinda Lombardi
Distribuzione Carlotta Lando distribuzione@tedaca.it

Cosa succederebbe in mondo dove non si può invecchiare?

In un mondo immaginario, l’umanità è organizzata da decenni con un sistema di regole ferree e vive le diverse fasce d’età in una rigida tabella di marcia controllata dagli Agenti Anti Età, sistema che non consente scelte individuali e convivenza di individui di età diverse.
In questo mondo la vecchiaia è la fase negata, la malattia definitiva e incurabile
I due personaggi della storia sono perfettamente integrati in questo sistema fino a quando uno di loro un giorno si sveglia e di colpo è diventato vecchio. Luca, Franca reagiscono ognuno con le proprie capacità all’evento catastrofico che ribalta definitivamente le loro vite.

Il progetto nasce dall’esigenza di indagare la vecchiaia, che è quasi un’ombra che sta lì, in fondo alla strada e si preferisce ignorarla o addirittura negarla.
Abbiamo voluto scoprirla, per trovare insieme il modo di raccontarla senza troppi veli e con un po’ di leggerezza.

Che cos'è la vecchiaia?

“Che cos’è la vecchiaia? E’ una questione anagrafica? E’ una questione biologica? E’ una questione sociale? Quand’è che una persona può essere dichiarata “vecchia”? E’ una questione psicologica? E’ una questione fisica? Di prestazioni? Di capacità o incapacità a svolgere determinate mansioni?"

Siamo partiti da queste domande per proporre un'indagine sul tema della vecchiaia, in un mondo come quello attuale dove viene allontanata e rifiutata, perché vista solamente come un limite sulle prestazioni fisiche, lavorative e relazionali. Le nostre tre compagnie hanno trasportato le ansie della società attuale in un mondo del futuro, per provare invece a descrivere la vecchiaia senza troppi veli e con un po’ di leggerezza. Abbiamo voluto vedere questa fase della vita come un modo differente di agire lo spazio, il tempo e le relazioni, in una consapevolezza che può spingere finalmente a non sentirsi più intrappolati nel dover fare, dover essere e dover apparire.

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