IDROSCALO 93 – LA MORTE DI PIER PAOLO PASOLINI

IDROSCALO 93

18 febbraio 2017 ore 21.00
Teatro bellARTE, Via Bellardi 116 – Torino
Biglietteria: Intero: 10€/ Ridotto: 8€
(In abbonamento)

Dopo quasi quaranta anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, i dubbi su chi sia stato veramente a ucciderlo rimangono immutati. Le dichiarazioni che si sono succedute negli ultimi mesi, da parte di Pelosi, di Citti e di altri testimoni (più o meno probabili), non fanno che aggiungere confusione a confusione. E’ come se qualcuno continuasse ad infierire sul corpo martoriato del poeta. In scena un uomo, vero esploratore del mondo di Pasolini: il suo pensiero e la sua ricerca si incarnano in un’altra figura, quella di Giuseppe Pelosi, colui che è stato riconosciuto quale colpevole dell’omicidio di Pasolini, un ragazzo che appare in un primo momento timido ed impaurito, per diventare, in seguito, spavaldo e sicuro di sé. Il primo uomo in scena cerca di mettere ordine nella “pratica Pasolini” che, una volta chiusa, viene riaperta dopo trent’anni da un giudice di Pavia, dopo alcune sconcertanti ipotesi.

Una storia possibile, circostanziata, che lega due personalità che hanno contraddistinto il secondo dopoguerra italiano: Enrico Mattei
e Pier Paolo Pasolini. La storia di un dopoguerra che sembra non finire mai. Una storia che inizia da lontano, percorsa da un filo rosso, quello dei delitti-incidenti che hanno caratterizzato troppe volte la storia del nostro paese; un filo che unisce nomi illustri, i soliti, sempre gli stessi, nomi importanti di uomini scomparsi, ma anche nomi di uomini coraggiosi. la nostra storia comincia a Ostia,
il 2 novembre 1975, quando in uno squallido campetto, adiacente a una baraccopoli, viene trovato il cadavere martoriato di Pier Paolo Pasolini. Del suo assassinio viene accusato il diciassettenne borgataro Giuseppe Pelosi. Un delitto tra “froci”, lasciano intendere gli inquirenti. Pasolini è stato ucciso da un giovane sbandato che lo scrittore aveva “rimorchiato” e con il quale si era appartato in cerca di sesso. Tutto chiaro, allora. Pasolini è rimasto vittima dei suoi vizi e delle sue “immorali” manie. Ma è davvero tutto così lineare? 

Nei mesi immediatamente successivi alla sua morte, una campagna stampa cerca di dimostrare che Pasolini è stato ucciso non solo dal minorenne Pelosi, ma anche da altre persone che erano con lui quella notte, altri borgatari, forse legati al mondo della malavita, forse a gruppi neo-fascisti. Una banda pronta a punire “il frocio” Pasolini. Pier Paolo Pasolini non piaceva a nessuno e, soprattutto, non piaceva quello che negli ultimi tempi scriveva. Non piaceva alla sinistra, perché battagliava contro il 1968, contro le femministe, l’aborto e la disobbedienza. Non piaceva alla destra, perché le sue dichiarazioni si accompagnavano a un’argomentazione per loro sconcertante.
La sua morte è stata, per molti, una vera liberazione.

“E’ per la prima volta e grazie alle accurate indagini del Magistrato di Pavia , Vincenzo Calia, e alla consulenza di Carla
Benedetti, che si racconta una storia, possibile, circostanziata che lega due delle personalità più discusse del dopoguerra
italiano, Pier Paolo Pasolini ed Enrico Mattei. (…) Si deve ricordare per questo spettacolo, il cinema politico degli anni
settanta qui rinnovato da Mario Gelardi e raccontato abilmente da Ivan Castiglione. “(F. De Ciuceis – Il Mattino)

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Progetto “Petrolio” diretto da Mario Martone
Drammaturgia di Mario Gelardi
consulenza di Carla Benedetti
Con Ivan Castiglione e Riccardo Ciccarelli
Voice Over Connie Bismuto
Musiche originali Mariano Bellopede
Disegno luci Giuseppe Di Lorenzo
Costumi Laura Nausicaa Tacconelli
Scenografia Luigi Ferrigno
Foto di scena Vincenzo Antonucci
Aiuto Regia Adriana Corso
Regia di Ivan Castiglione