Che si trovino male

CHE SI TROVINO MALE

di Giulia Angeloni
Regia Francesca Cassottana
Con Giulia Angeloni e Simone Arlorio
Musiche dal vivo Simone Arlorio
Set e Lighting Andrea Gagliotta (Plasma)
Visual Design Kamilla Lucarelli
Costumi Alice Delfino
Distribuzione Carlotta Lando distribuzione@tedaca.it

Produzione Tedacà / Compagnia I Franchi

Qual è il valore della scuola e dell’educazione nella società? Come incide negli adulti del futuro?

Che si trovino male è uno spettacolo inedito che cerca di investigare la tematica dell’educazione e della scuola, intesa come possibilità di tirar fuori dall’individuo le condizioni dell’essere cittadino di domani.

Lo spettacolo racconta la storia di Lara Ledda, maestra sarda che, negli anni Sessanta, si trasferisce a Roma e si ritrova ad insegnare in una classe di borgata. In questo villaggio di baracche, Lara scopre un’umanità di immigrati, prostitute e travestiti. Nella sua nuova classe conosce: Esterina, di 11 anni, che dice di avere un fratello trombettista di cui parla continuamente anche se nessuno le crede; Paola che ruba da quando aveva otto anni, grazie agli insegnamenti del padre; Ortensia che ha una sorella zoppa, ma bellissima, che canta nelle osterie e si dice faccia sparire la gente. Lara si trova a sperimentare un nuovo modo di fare scuola attraverso cui le alunne, dal sentirsi gli scarti di una scuola e una società che le rifiuta, intraprendono un percorso verso la consapevolezza e la dignità.

Lo spettacolo unisce teatro e musica dal vivo per una narrazione semplice, leggera e innovativa

Che si trovino male è un monologo in forma di lettere, in cui si intrecciano le narrazioni dei due personaggi: Esterina, bambina degli anni ‘60, e Lara Ledda, la giovane maestra della classe di Esterina.
Il loro ambiente di ricordi evoca un’ulteriore presenza, sonora e musicale, che dà vita a personaggi terzi della narrazione, i quali orientano le scelte delle protagoniste.

La presenza sonora traghetta l’attrice di lettera in lettera, modellando lo spazio e amplificandone gli stati d’animo. La musica e i suoni del performer dialogano con luce e scenografia, evocando spazi sociali e personali.

La drammaturgia, di Giulia Angeloni, è stata elaborata partendo dalle esperienze educative relative agli anni ‘60 e ‘70, in particolare al Movimento di Cooperazione Educativa e all’operato di alcuni educatori (Mario Lodi, Alberto Manzi, Albino Bernardini, Bruno Ciari, Lorenzo Milani, Roberto Sardelli). Il lavoro sulla drammaturgia è anche frutto di interviste a persone che in quegli anni hanno lavorato come educatori, di chi è stato allievo e anche di chi opera oggi in contesti di educazione sperimentale.